La porta del mago è il secondo libro della trilogia di Salvatore Brizzi. Questi tre libri parlano di Alchimia, Magia ed Esoterismo nel senso più puro della parola e cioè partono dalla concezione che per cambiare la tua vita, devi cambiare tu.
Se tu cambi, cambierà anche la tua vita. Quindi in sostanza in questi tre libri vengono spiegati metodi e strategie per cambiare se stessi. Le stesse strategie che ha usato Salvatore Brizzi per cambiare la sua vita. Partito da non avere uno scopo nella vita, rischiando anche di suicidarsi, fino a diventare un conferenziere di successo che sta cambiando la vita di migliaia di persone.
In questo articolo ti parlerò solamente del libro “La Porta del Mago” e voglio condividere con te una serie di concetti utili per cambiare in meglio la tua vita. Il libro lo trovo bellissimo e quindi prenderò le parti del testo che mi sono segnato.
Avevo già parlato di Salvatore Brizzi nell’articolo” La Via del Monaco-Guerriero” e devo dirti che adoro ogni suo libro e ogni videocorso che pubblica. È uno dei pochi autori che mi sorprende sempre e comunque.
Il libro inizia descrivendo “l’imbarazzante situazione della nostra coscienza” in cui Salvatore spiega:
Prima di dare inizio a qualunque genere di lavoro trasformativo su noi stessi, è indispensabile che interpretiamo un’attenta opera di osservazione della nostra attuale situazione, al fine di comprendere in maniera esatta qual è il punto di partenza dal quale ci muoviamo.
Il primo fondamentale passo consiste nel renderci pienamente conto che allo stato attuale stiamo dormendo. Crediamo di essere svegli, ma non lo siamo.
Quando ci destiamo al mattino in realtà non ci svegliamo, ma passiamo da uno stato di sogno a un altro: è il <<sonno verticale>>; un sonno, cioè, che permette la posizione verticale, il movimento, il parlare, lo studiare…purtuttavia ancora ben lungi dall’essere un reale stato di veglia.
Si tratta di una condizione di perpetuo rintronamento nella quale non pensiamo, ma veniamo pensati; non proviamo emozioni, ma siamo da esse trascinati; non gestiamo il nostro corpo, ma subiamo passivamente la sua fisiologia.
La Porta del Mago di Salvatore Brizzi
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In definitiva siamo schiavi di pensieri, emozioni, gesti incontrollati ma crediamo di essere liberi. Il libro continua con un bellissimo esempio.
La Porta del Mago
È come se nasci in una prigione e non sospetti mai di non essere libero.
Il garzone ci dà un buon consiglio: ci dice di provare a fare qualcosa che non abbiamo mai fatto, sovvertendo l’ordine consueto degli eventi della nostra vita. Possiamo rifiutarci di rientrare in cella dopo il pranzo, decidere di restare mezz’ora in più nel cortile durante la pausa pomeridiana, pretendere una bottiglia di vodka dopo cena; chiedere di avere compagni di cella differenti oppure…potremmo tentare di uscire dal portone principale.
Ci mettiamo subito all’opera e facciamo qualche prova, ma ogni tentativo di cambiamento viene sistematicamente ostacolato da un potere più grande di noi che fino a quel momento era sempre restato nell’ombra e della cui esistenza non non sospettavamo.
In effetti tutte le persone che provano a creare dei cambiamenti nella propria vita come:
- smettere di fumare;
- mettersi a dieta;
- andare a correre con costanza;
- ecc…
si rendono ben presto conto che non dipende dalla loro volontà, come se ci fosse una forza più grande che decide per loro. Naturalmente nessuno ammetterebbe di non avere vera forza di volontà e di essere schiavo di “forze” che lo controllano ma tuttavia nessuno riesce a cambiare la propria vita.
Inoltre nessuno ci pensa mai, ma anche a livello emotivo e di pensieri accade la stessa cosa.

la porta del mago
Prova ad esempio davanti ad una situazione che ti provoca rabbia o gelosia, a non provare queste emozioni. Ci riesci? Certo che no, sono emozioni che partono meccanicamente e sono molto più forti della tua intenzione di non provarle.
Il fatto di essere meccanici, simili a dei burattini viene ben spiegato nella parabola esoterica di Pinocchio. Per approfondire leggi l’articolo: ” Romanzo Esoterico”
Allora per la prima volta prendiamo consapevolezza di non essere liberi e di non esserlo mai stati. Facevamo quello che facevano tutti perché lo ritenevamo normale e non aspiravamo a niente di diverso, ma non potevamo sospettare che in realtà eravamo costretti a fare quello che facevano tutti.
Abbiamo creduto di essere liberi solo fino a quando non abbiamo tentato di cambiare qualcosa di veramente importante nello nostra esistenza quotidiana, allora ci siamo anche resi conto di un potere occulto a cui questo nostro desiderio di cambiamento non va tanto a genio. (…) Se nasciamo in prigione non possiamo accorgerci di essere dei carcerati fino a quando non proviamo a mettere in discussione le regole che ci sono state imposte sin dall’infanzia e alle quali ci siamo supinamente adeguati.
Farci credere liberi è uno degli inganni della società meglio riusciti. Infatti nessun uomo che si crede libero, quando in realtà è schiavo, lavorerà su di sé per ottenere vera libertà. Questo concetto dell’essere “addormentati” lo trattarono spesso anche Gurdjieff, Osho e Buddha.
Per quanto duro possa sembrare in realtà ha ragione Salvatore, bisogna per prima cosa rendersi conto della situazione in cui ci si trova in questo momento.
Per approfondire questi concetti e capire come lavorare correttamente su di sé ti rimando al videocorso:”Nati per Essere Felici”
La Porta del Mago: La Magia come Via di Liberazione
Un altro brano molto interessante de “La porta del mago” è quello legato all’Osservazione.
Siamo schiavi della nostra natura inferiore, la quale segue le leggi meccaniche della sopravvivenza, esattamente come ogni altro animale. Per uscire da questa situazione dobbiamo cominciare a sviluppare la nostra <<presenza>>, una reale autocoscienza: la coscienza del qui e ora.
L’osservazione di noi stessi, cioè l’osservazione distaccata, giorno dopo giorno, dei comportamenti inerenti la nostra personalità- il nostro apparato psicofisico- consente la progressiva creazione di un <<testimone>>: una parte di noi che non si lascia coinvolgere dalle sofferenze o dai piaceri del corpo, dal dolore o dall’euforia, ma li guarda con compassione prendendone le distanze.
Il <<testimone>> diventa in tal modo gradualmente consapevole di essere qualcosa di diverso da un mucchio di carne, qualche emozione e una serie di pensieri.
(…)
Cosa vuol dire osservarsi?
Dobbiamo cominciare a considerare ogni manifestazione della nostra personalità come materiale di studio, senza identificarci con le emozioni e i pensieri che essa produce in continuazione. L’aggressività, l’invidia, la competitività, la paura, il senso di inadeguatezza…sono espressioni dell’animale di cui siamo ospiti che noi dobbiamo prima conoscere e poi imparare a controllare e sfruttare a nostro vantaggio.
(…)
Se stiamo giudicando alcuni aspetti di noi che non ci piacciono, ciò è un segnale sicuro che non stiamo osservando con gli occhi del <<testimone>>, ma ancora con quelli della mente. Se ci stiamo giudicando troppo aggressivi, troppo addormentati, o troppo impacciati…non è il <<testimone>> a osservare. Il giudizio nei riguardi di noi stessi e di chi ci circonda deve scomparire dalla nostra vita, o non progrediremo di un passo.
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Salvatore parla spesso dell’osservazione e del Ricordo di Sé:
Inserire momenti di ricordo di sé all’interno de nostro fare quotidiano rompe il procedere della meccanicità e crea un <<testimone>>: uno ‘stato dell’essere’ che si pone a metà strada fra l’ego illusorio della personalità e il Sé. (…) Dobbiamo concentrarci su quello che stiamo facendo rimanendo coscienti di noi, senza divagare con il pensiero mentre il corpo fisico esegue il lavoro meccanicamente come accade al solito.
Il corpo fisico sa lavare benissimo i piatti anche se intanto la mente pensa all’ultimo film che ha visto, ma lo scopo dell’esercizio è che tutto l’essere lava i piatti, non solo il corpo: dobbiamo rimanere pienamente coscienti di ciò che facciamo come se il corpo senza il nostro aiuto cosciente non potesse farlo.
Mentre il corpo lava i piatti la mente deve essere lì con lui, evitando di vagare per associazioni di pensiero come è abituata a fare.
Riusciamo ad osservare il corpo che lava i piatti ma ci è difficile osservare la mente mentre compie un ragionamento. Nell’istante in cui la mente deve pensare alle prossime parole da dire, la nostra coscienza, che magari fino a un attimo prima era riuscita a restare presente, si riidentifica al cento per cento con la mente pensante.
Questi argomenti e soprattutto come cambiare la propria vita Salvatore li spiega benissimo nel videocorso:
Gli Insegnamenti di Draco Daatson di Salvatore Brizzi
La Porta del Mago di Salvatore Brizzi
Un risultato importante che si ottiene grazie agli esercizi di ricordo di sé è quello di toccare con mano il proprio stato ipnotico. Possiamo comprendere che se siamo svegli solo nei momenti in cui ci sforziamo di ricordarcelo, allora dormiamo e viviamo come burattini per tutto il resto della giornata. Prendiamo decisioni nel sonno, dormiamo nel sonno, studiamo nel sonno, facciamo l’amore nel sonno, intratteniamo tutti i rapporti umani nel sonno. (…)
Nei momenti di ricordo, osservandoci con attenzione, possiamo cogliere la differenza fra lo stato di coscienza in cui ci ricordiamo di noi e lo stato in cui eravamo un attimo prima, quando non ci ricordavamo e stavamo dormendo. È indispensabile portare avanti questo lavoro sul cogliere la differenza fra i due stati di coscienza. Dovremmo farlo ogni volta che è possibile, cioè quando ce ne ricordiamo.
Vivere nel sonno è pericolosissimo- ci si ritrova sposati dopo vent’anni di matrimonio senza nemmeno sapere com’è potuto accadere!
Ogni singolo sforzo compiuto nel tentativo di svegliarsi provoca una <<trasmutazione alchemica>>: durante questi tentativi di ricordo di sé si viene a creare un notevole attrito fra le abitudini meccaniche della nostra esistenza e il nostro voler diventare coscienti. Questo attrito genera <<fuoco>>, e il fuoco agisce sui nostri atomi per creare nuovi elementi più sottili che vanno a fabbricare il corpo dell’anima.
All’inizio il lavoro è sopratutto mentale, siamo costretti a ripeterci “mi sto vestendo e sono presente, sto camminando e sono presente”. Con il tempo diventerà uno stato interiore: ci sentiremo presenti senza alcun bisogno di ripetercelo; poi diverrà un fatto emozionale- emozionale superiore a partire dal Cuore– e solo questo sarà il vero ricordo di Sé!
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Per lavorare su di sé bisogna avere energia per farlo. Uno dei nostri primi obiettivi deve essere il risparmio di energia.
a) Sprechiamo energia provando emozioni negative di ogni sorta: quando siamo in ansia, ci lamentiamo di qualcosa, ci arrabbiamo con qualcuno, siamo nervosi, depressi o gelosi.
b) Sprechiamo energia lasciandoci ossessionare dall’immaginazione negativa: pensiamo ad episodi spiacevoli che potrebbero accadere a noi o a qualcuno che conosciamo, costruiamo dialoghi immaginari nella nostra testa, alimentiamo inutili fantasie di ogni sorta, realizzabili o irrealizzabili che siano.
c) Perdiamo energia usando male il nostro corpo: nel compiere i movimenti contraiamo molti più muscoli di quelli necessari, assumiamo posture sbagliate, compiamo gesti superflui dettati dall’abitudine.
Nella porta del mago spiega come fare per risolvere questa situazione ed avere sempre l’energia necessaria per lavorare su di sé.
La Porta del Mago di Salvatore Brizzi
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Nella seconda parte del libro si parla del Giudizio.
La pratica costante del non-giudizio causa in noi la trasformazione delle emozioni negative in emozioni superiori: ciò che prima era odio, invidia, paura, gelosia, senso di inadeguatezza…diviene amore, compassione, tenerezza, coraggio, genialità…la trasmutazione del Piombo in Oro è in definitiva la trasformazione delle emozioni grossolane appartenenti alla macchina biologica, in emozioni sottili.
È giusto che ognuno di noi abbia le sue idee su come dovrebbe essere la vita, ma è bene sapere che se queste idee vengono caricate di giudizio, ciò può solo provocare sofferenza. Ma dov’è il confine tra un giudizio e una semplice considerazione? La misura del giudizio dipende dall’attaccamento, cioè dall’identificazione con cui affermiamo la nostra preferenza.
Ipotizziamo che a noi piacciono le mele rosse e qualcuno un giorno dica in nostra presenza che le mele rosse sono invece un frutto orribile. Se come reazione a questa affermazione noi ci mettiamo a piangere, evidentemente dietro alla nostra preferenza era nascosto un pesante attaccamento; noi eravamo molto identificati con quell’idea di giusto e sbagliato, la consideravamo cioè parte della nostra stessa identità, identità che si è sentita minata nel momento in cui qualcuno ha fatto un’affermazione in contrasto con l’idea radicata in noi.
Una cosa è discernere fra giusto e sbagliato, e quindi compiere una scelta con leggerezza nel Cuore, un’altra è giudicare giusto e sbagliato. Possiamo scegliere di appartenere a un partito pur senza giudicare sbagliati gli altri. Da cosa vediamo se stiamo giudicando o meno? Se qualcuno ci dice che il partito per il quale votiamo è composto da sottoumani, e noi ci sentiamo personalmente toccati, allora la nostra preferenza per quel partito nascondeva in realtà un giudizio in merito, un attaccamento, un’identificazione, altrimenti non ci sentiremmo emotivamente coinvolti.
La sofferenza non origina dalla scelta, bensì dall’attaccamento a quella scelta, dalla nostra identificazione con essa, dal peso emotivo che noi le diamo.
Le nostre idee su come deve essere la coppia perfetta, su come dovrebbe andare la politica del nostro Paese o su cosa significano il rispetto e l’amicizia…sono le cristallizzazioni che costituiscono la nostra identità, o meglio, l’identità della macchina biologica.
Se siamo identificati con queste idee, se cioè le consideriamo veramente parte di noi, e ci attacchiamo ad esse, allora stiamo creando dei giudizi, e la rottura di questi giudizi ci farà soffrire, perché crederemo che si sta rompendo una parte di noi.
Nell’universo accade ciò che deve accadere. L’idea che qualcosa possa essere sbagliato, un errore dell’esistenza o di Dio, è unicamente un frutto della mente umana. L’espressione “Quella faccenda non sarebbe dovuta andare così” è il parto di un delirio mentale che non possiede alcun appiglio logico. L’Universo è quel che è, mentre il resto è solo nella nostra mente!
Sul giudizio continua spiegando la Legge dello Specchio cioè di come ogni volta che il comportamento di qualcuno ci dona fastidio in realtà, quel fastidio è dovuto al fatto che anche noi ci comportiamo nello stesso modo magari in una situazione diversa. Oppure ci vorremmo comportare come lui ma non ne abbiamo il coraggio.
Il Salto Vibrazionale della Terra
La porta del mago continua con alcuni capitoli in cui spiega i pericoli di alcune pratiche che vengono insegnate nel campo della New Age. E poi parla di ciò che accadrà al pianeta in futuro.
La Terra è solo un piccolo pianeta fra milioni di altri, ma si trova al termine di un ciclo evolutivo e sta per effettuare un balzo quantico. La Terra è un sistema energetico che sta per entrare in una vibrazione superiore corrispondente ad un nuovo livello di consapevolezza, e ciò consente a tutto il Sistema Solare – l’organismo di cui noi siamo un importante centro energetico – di raggiungere un nuovo equilibrio e compiere un passo nell’evoluzione della Sua coscienza.
Nel corso degli ultimi anni si avrà l’impressione che il tempo scorra più velocemente man mano che si avvicina al culmine del processo: un giorno di 24 ore apparirà come un giorno della durata di 16 ore o meno. E questo possiamo già sperimentarlo tutti nella nostra vita, al di là di ciò che è possibile dimostrare scientificamente.
Sempre di più in futuro vedremo aumentare le tragedie familiari, gli omicidi per futili motivi, gli atti improvvisi di violenza incontrollata, sopratutto da parte di persone all’apparenza ‘normali’. Siamo in un periodo storico nel quale ognuno di noi viene confrontato con problemi sempre più pressanti per quanto concerne i rapporti di coppia, la situazione lavorativa, finanziaria, familiare…e molti si lasceranno andare alla follia.
Le nostre idee fisse riguardo a concetti come fedeltà, rispetto, amicizia, onestà…con l’aumento della frequenza vibratoria del pianeta, questi schemi mentali di pensiero cominciano a staccarsi da noi. Le nostre idee fisse o forme-pensiero dobbiamo immaginarle come nuvolette che circondano la nostra testa e che tendono ad allontanarsi un pò di più ogni giorno.
Cosa succede nella nostra vita quotidiana quando un ‘idea fissa’, un nostro attaccamento, vuole andarsene? Si verifica un evento che ci permette di riflettere su questo attaccamento, affinché possiamo lasciarlo andare via.
- Se abbiamo coltivato l’idea che un buon amico ci dovrebbe concedere un prestito senza chiederci interessi, allora capiterà che un nostro amico ci concederà un prestito chiedendoci gli interessi.
- Se abbiamo una determinata idea di cosa dovrebbe implicare la fedeltà all’interno del rapporto di coppia, ci succederà di venire traditi dal nostro partner.
- Se pensiamo sia fondamentale avere uno stipendio sicuro, ci ritroveremo con un lavoro precario.
Ciò non significa dover cambiare le nostre idee riguardo a cosa è giusto nella coppia o sul lavoro, ma unicamente eliminare l’attaccamento a queste idee, accettando anche di dover vivere una realtà che si scontra con le nostre granitiche convinzioni in tema di denaro, coppia, lavoro…
La follia di questi anni non ha nulla a che vedere con problemi neurologici, né con difficoltà di interazioni sociale. Tutti noi saremo tentati dalla follia, perché verremo confrontati con i nostri attaccamenti più profondi, le nostre identificazioni più radicate.
Sentiremo la nostra identità venire scossa alle fondamenta, e se saremo ancora completamente identificati con quell’identità, saremo noi a essere scossi. All’inizio impazzirà chi è per sua natura più instabile, ma poi verremo via via coinvolti tutti, allora accettazione e lasciar andare saranno le nostre sole vie di scampo.
La Porta del Mago
Chi possiede un allevamento di maiali ha tutto l’interesse affinché questi maiali non si trasformino in uomini, perché allora diventerebbero inutilizzabili come fonte di cibo e di guadagno. Dal momento che l’allevatore ormai non può più evitare che fra suoi maiali si diffonda la voce circa la possibilità di trasformarsi in uomini e di fuggire dal porcile prima di essere macellati, allora egli agirà più sottilmente e farà di tutto perché si diffondano liberamente idee sbagliate circa i metodi atti a trasformarsi in uomini.
I maiali crederanno così di stare lavorando per trasformarsi in uomini e, appagati, cesseranno di cercare altre vie, mentre in realtà si staranno solo trasformando in maiali dalla carne più buona.
Infatti il maiale che vuole diventare uomo non frequenta più gli altri maiali, non si rotola più nel fango, si ciba meglio, fa meditazione, fa yoga, cura di più il suo corpo…secondo la moda new age; rendendo così la sua carne più prelibata. Tutto questo non solo lo salverà – in quanto nulla ha a che vedere con un autentico lavoro di risveglio – ma lo renderà una vittima più ambita. (…)
Adesso nel porcile c’è un grande caos: ci sono maiali che non sanno e non sapranno mai della possibilità di diventare uomini ( e sono la quasi totalità), ci sono maiali che vogliono diventare uomini ma stanno seguendo le vie sbagliate, ci sono maiali che stanno effettivamente lavorando per trasformarsi in uomini, ci sono maiali travestiti da uomini che, spesso in buona fede, inducono gli altri maiali a lavorare seguendo metodi fittizi che li allontanino da una vera trasformazione, e infine ci sono gli uomini travestiti da maiali che cercano di aiutare realmente i maiali che vogliono diventare uomini.
Il libro continua spiegando chi e perché non vuole che le persone cambino realmente. Entrando nel dettaglio di come e perché il Pianeta è nel caos.
Tuttavia questa “analisi” de “La Porta del Mago: la magia come via di liberazione” finisce qui.
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