Si sente spesso parlare del potere della mente e dell’attivazione della mente quantica, ma sono informazioni vere?
E sopratutto qual è il potere della mente? Cosa fare in pratica per poter utilizzare la forza della mente quantica?
Se desideri riceve risposta a queste e altre domande sulla mente, questo articolo ti aiuterà a risolvere tutti i tuoi dubbi.
Per spiegarti nel dettaglio cosa devi imparare a fare nella pratica prenderò in prestito alcuni discorsi di due massimi esperti.

mente quantica
Ecco cosa disse a riguardo Annie Besant:
Se volete utilizzare il potere delle mente quantica dovete imparare a gestire i vostri pensieri.
Il mio primo compito ora è di spiegarvi in modo ben preciso ciò che significa dominio della mente, ciò che sia la mente che deve essere dominata e chi sia colui che la domina. Poiché voi dovete ricordare che per la maggior parte delle persone la mente rappresenta l’uomo. Quando questi parla di “sé stesso” egli intende in realtà la sua mente.
Dicendo che un uomo è padrone di sé, noi intendiamo dire che la sua mente è più forte delle sue passioni; che se si mette a confronto la natura inferiore (passioni ed emozioni) da una parte, e la natura intellettuale (mente, volontà, facoltà di ragionare e giudizio) dall’altra, questa è più forte di quella; che l’uomo è capace, in un momento di tentazione ed all’invito delle passioni, di rispondere: “No, non voglio cedere, non voglio lasciarmi trasportare dalla passione, non voglio lasciarmi trascinare dai sensi: questi sensi sono semplicemente i cavalli che tirano il mio carro, io sono il cocchiere e non voglio permetter loro di scorrazzare a capriccio”; allora si dice che l’uomo è padrone di sé.
L’uomo dovrà rendersi conto che il pensiero è un potere creatore, e se non impara a controllare la sua mente…allora creerà infelicità.
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La Mente Quantica
Poiché il fatto che il pensiero è un potere creatore, che l’uomo può generare un pensiero per mezzo della mente, che egli può influenzare ed educare questa sua mente e quella degli altri mediante una tale facoltà creatrice, dimostra che oltre la mente deve pur esistere qualche cosa che si distingue da essa e che di essa si serve come di uno strumento. E qui lo studioso, che cerca di comprendere sé stesso, comincia ad accorgersi di aver a che fare con una mente difficilissima da dominare, che i pensieri sembrano scaturire spontaneamente senza ch’egli abbia libertà di scelta, per cui egli si trova assillato da idee che desidererebbe assai diverse.
Gli vengono alla mente fantasticherie d’ogni sorta che vorrebbe scacciare; ma si sente impotente, incapace di liberarsene. Si trova costretto a rimuginare dei pensieri che dominano la sua mente e che non sono affatto sottoposti al suo comando o alla sua autorità. E comincia ad osservare questi pensieri ed a chiedersi: donde vengono? Come agiscono? Come possono essere dominati?
E a poco a poco impara che molti dei suoi pensieri hanno origine nella mente di altri uomini, e che secondo la direzione del suo proprio pensare egli attira a sé dal mondo mentale esteriore i pensieri degli altri; che a sua volta, egli influenza la mente altrui coi pensieri da lui prodotti, e comincia a comprendere che questa responsabilità è assai più grande di quanto avesse mai sognato.
Egli soleva credere che solo col parlare potesse agire sulla mente altrui, che solo con l’esempio delle sue azioni potesse influire sulle azioni altrui; ma via via che acquisisce maggiori cognizioni, comincia a comprendere che vi è un potere invisibile il quale esce dalla mente dell’uomo pensante e agisce sulla mente delle altre persone. La scienza moderna ce ne dice qualche cosa e viene alle stesse conclusioni; da molti dei suoi esperimenti la scienza moderna ha imparato che il pensiero può essere trasmesso da cervello a cervello senza l’intermediario della parola parlata o del segno scritto, e che nel pensiero vi è qualche cosa di palpabile, di osservabile, simile ad una vibrazione che fa vibrare altre cose, quand’anche non venga formulata una parola, non venga emessa nessuna frase articolata. La scienza ha scoperto che il pensiero può essere trasmesso in silenzio da uomo a uomo, che senza comunicazioni esterne è possibile ad una mente di influenzarne un’altra.
Se così è, noi ci influenziamo tutti reciprocamente per mezzo del pensiero senza parlare né agire. Poiché il pensiero che noi abbiamo generato va ad agire sulla mente degli altri uomini e i pensieri degli altri vengono a noi ad influenzare la nostra. Incominciamo così a persuaderci che per la maggior parte degli uomini il vero pensare è cosa rarissima nella vita loro e che quando noi crediamo di pensare, in genere non facciamo che accogliere pensieri altrui.
Infatti la mente degli uomini è assai simile ad una casa, ad un albergo dove i viaggiatori di passaggio dimorano per una notte. Il pensiero entra ed esce. L’uomo contribuisce ben poco al pensiero che riceve: lo raccoglie, lo ospita, e poi quello se ne và. Ma ciò che si dovrebbe fare sarebbe di pensare deliberatamente, con uno scopo ben determinato, bisogna pensare solo ciò che si vuole e solo quando si desidera.
Perché dovrebbe aver tanto valore questa padronanza di mente, questa padronanza del pensiero, questo fermare il pensiero proprio, questo rifiuto di accogliere i pensieri altrui?
Quando una persona riesce ad esercitare un certo controllo sui suoi pensieri, questi acquistano maggior potere; ogni suo pensiero acquista maggiore vitalità, aumenta di energia e di influenza sul mondo esteriore degli uomini. Con un pensiero l’uomo può uccidere; con un pensiero l’uomo può influenzare una moltitudine; grazie ad un pensiero l’uomo può creare un’illusione visibile che potrà ingannare altri uomini e traviarli. Siccome il pensiero è tanto più potente quanto più l’individuo cresce e si sviluppa, siccome la condizione di discepolo significa un rapido sviluppo ed accrescimento di individualità, tanto che l’uomo può compiere in poche vite quello che altrimenti richiederebbe migliaia e migliaia di anni per essere compiuto, così è necessario che egli prima di acquisire queste elevate facoltà, impari a dominare i propri pensieri, a correggere tutto quanto vi ha in essi di male, a non dare ascolto se non a ciò che è puro, benefico ed utile.
Ricordate ciò che Arjuna disse a Krishna parlando del dominio sulla mente“La mente è veramente irrequieta”, diceva , “o Krishna; essa è impetuosa, forte, difficile da frenare; io lo credo tanto difficile da frenare quanto il vento”. Ed è vero; chiunque tenta di domare la mente sa quanto sia vero. Chiunque tenta di padroneggiare i suoi pensieri sa quanto sono irrequieti, impetuosi e difficili da frenare. Ma ricordate voi ciò che Krishna rispose ad Arjuna? “Senza dubbio, la mente è difficile da frenare, ma si può frenarlo con la pratica costante”. Non vi è altra via. Pratica costante: nessuno può farla per voi; nessun Maestro può compierla per voi. E finché non avrete cominciato ad occuparvene, non vi sarà possibile migliorare.
Nella vostra vita voi dovrete cominciare a dirigere questa vostra mente irrequieta. Tentate per un momento di pensare con fermezza: troverete che i vostri pensieri volano via lontano. Che cosa dovete fare? Ricondurli al punto in cui desiderate fissarli. Scegliete un soggetto e quindi pensatelo in modo definito e continuato.
Una seria pratica per allenare la mente sarà quella di leggere ogni giorno un brano di qualche libro che tratti di profonde questioni della vita, dell’eterno piuttosto che del transitorio. Fissate bene la mente mentre leggete; non le permettete di distrarsi, di divagare. Se divaga richiamatela, riconducetela alla stessa idea, ed in questo modo voi la rafforzerete, comincerete a frenarla e con una pratica costante imparerete a dominarla e a farle seguire la strada da voi desiderata.
L’uomo che sa pensare in modo ordinato chiaro e preciso è quello che anche nel mondo trova la propria strada ed ottiene successo. Vi accorgerete così che questa pratica costante nell’educare la mente è utile tanto nelle cose materiali quanto in quelle spirituali.
Ciò che si fa ogni giorno, dopo qualche tempo, si compie senza sforzo, ciò che è difficile in principio, diventa facile con la pratica. Bisogna abituarsi a pensare solo ciò che si vuole, dirigendo la propria mente su pensieri scelti e non subiti come invece accade solitamente.
L’uomo diventa ciò a cui pensa per la maggior parte del tempo;
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Il Potere della Mente
Aivanhov sulla gestione della mente affermava:
Ci sono due grandi verità da conoscere: innanzitutto che il pensiero è una potenza reale, e poi che esso vi permette di proiettarvi nel futuro, vivendolo in anticipo.
Osservate questo esempio: se dovete affrontare una situazione preoccupante, come sostenere un esame o comparire davanti a un tribunale, cominciate a tremare già diversi giorni prima, domandandovi con una certa inquietudine: chissà come andrà?…Invece quando pensate che state per incontrare l’uomo o la donna che amate e che l’abbraccerete, già pregustate la gioia di quei minuti imminenti o più in là nel tempo. Se pensate di andare a teatro per assistere ad uno spettacolo, se pensate che siete invitati a cena, che il menu sarà delizioso, ebbene voi vivete già quella serata e ve ne rallegrate.
Dunque, se il pensiero vi può proiettare in un futuro prossimo, perché non vi potrebbe
proiettare anche in un avvenire molto lontano?Poiché la potenza del pensiero è reale, sia nell’aspetto negativo sia in quello positivo, bisogna quindi utilizzarla solo nell’aspetto positivo.
La sventura non arriva, ma se continuiamo a pensarci, alla fine si verifica immancabilmente: a forza di pensarci, siamo riusciti ad attirarla!
Il primo compito consiste nel sorvegliare il pensiero, senza questo step nulla ha senso.
A prescindere dalle vostre attività del momento, dovete sempre gettare uno sguardo sul
vostro mondo interiore, per sapere che cosa sta facendo il vostro pensiero e dove si trova.Occorre essere sempre vigili, lucidi e coscienti… Quante volte ho posto a taluni la domanda: “A che cosa state pensando?” Non lo sapevano, non vi avevano mai prestato attenzione.È incredibile come fossero intenti a pensare per tutto il giorno, senza nemmeno sapere a cosa pensavano! In quelle condizioni, com’è possibile acquisire la capacità di dominare le forze istintive, di orientarle, di concentrarle, di utilizzarle? È assolutamente impossibile. E perché parlano di mente quantica, di poteri della mente se subiscono ogni pensiero?
Se lasciate entrare qualunque cosa inconsciamente e senza alcun controllo, ebbene, un giorno quelle forze riusciranno a dominarvi. Per padroneggiarle, occorre innanzitutto prendere in mano la situazione, vale a dire essere sempre coscienti dei pensieri e dei sentimenti che vi attraversano. Questo è il miglior pregio
di un discepolo: essere costantemente cosciente e saper individuare in qualsiasi momento la natura delle correnti che lo attraversano; non appena nella sua mente s’insinua
un pensiero o un sentimento negativo, egli lo blocca, lo sostituisce o lo trasforma all’istante.Questo è il primo lavoro da fare: dominare, orientare e padroneggiare tutto ciò che avviene in noi. Comprendetelo bene, poiché si tratta di un principio assoluto per sfruttare il potere della mente quantica. Non consentire mai che abbia luogo un avvenimento interiore, un fenomeno psichico, un’emozione senza esserne al corrente. La maggior parte delle persone diviene cosciente della propria vita interiore solo quando sperimenta tragedie o catastrofi. Solo allora esse recepiscono che dentro di loro si è verificato qualcosa di spaventoso.
Ma fintanto che i fatti non sono particolarmente sconvolgenti,non ne hanno nemmeno coscienza; così facendo, permettono che in loro si accumulino degli elementi negativi, che a poco a poco le distruggono, e quando se ne accorgono è troppo tardi per rimediare.
Dunque vedete, il primo compito consiste nell’essere lucidi, nel sorvegliare ciò che accade dentro di voi; non appena si manifesta un elemento negativo, fate il possibile per rimediare: solo in questo modo potrete acquisire i veri poteri. La base di tutti i poteri mentali risiede nella capacità di osservare se stessi. E ciò non impedisce l’attività, il lavoro, la creazione. Taluni credono che se iniziano ad osservarsi, ad analizzarsi, non faranno più
nulla. È vero il contrario, e l’analisi deve diventare un’abitudine. Coloro che pensano che la loro vita psichica si possa organizzare da sé senza che essi compiano il benché minimo sforzo di analisi e di lucidità, rimarranno delusi.È inutile attendersi delle grandi realizzazioni spirituali, se mancano le qualità basilari per intraprendere il lavoro.
L’inizio impone di essere sempre svegli, attenti, vigili per divenire immediatamente
coscienti di tutte le correnti che vi stanno attraversando. Ad esempio, vi sono dei momenti in cui siete indaffarati a pulire, a riparare o a guidare l’automobile e siete concentrati su ciò che state facendo. In realtà, una parte di voi è sprofondata in pensieri e sentimenti negativi, in rancori, ecc… e ciò si protrae per diverse ore senza che neppure ve ne accorgiate.È di questo che bisogna essere coscienti, altrimenti si formeranno in voi delle specie di
fiumi sotterranei che continueranno a scorrere e non si arresteranno mai, a meno che non
interveniate per modificare qualcosa.Come vedete, si ritorna sempre al precetto enunciato da Gesù: “Vegliate e pregate”.
Va da sé che il verbo “vegliare” significa non dormire, ma in questo caso la sua accezione è quella di non dormire sul piano spirituale. Bisogna essere sempre svegli e vigili nei propri pensieri, per rendersi conto che esistono delle correnti, degli elementi impuri e nocivi che vanno evitati. Colui che non è vigile, che non si sorveglia, è esposto a tutti i pericoli.
L’articolo sul potere della mente quantica è finito e per riassumere ti ricordo che per poter utilizzare qualsiasi potere latente delle mente bisogna prima imparare a gestirla. Per farlo impara le strategie collaudate del videocorso “Strategie per Gestire la Mente”
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